# Arch. Saverio Bevilacqua
DIAGNOSTICA E CONOSCENZA DEI BENI ARCHITETTONICI E CULTURALI
La metodologia applicata a un caso studio reale: la Cappella San Rocco – Nichelino (TO)
ABSTRACT

Lo studio sperimentale pubblicato tratta un tema piuttosto delicato, complesso e molto dibattuto, non sempre di facile interpretazione che, richiede particolari attenzioni.

L’intento (attraverso l’esempio di un caso studio reale trattato in ambito accademico) è quello di porre in evidenza l’importanza di un corretto approccio metodologico per indagare sia le patologie di degrado, e sia la conoscenza stessa dei beni architettonici e culturali al fine di preservare la loro tutela e conservazione.

L’idea di valorizzare la diagnostica Non Distruttiva (N.D.) nel processo edilizio, nell’ambito del restauro e nella progettazione, nasce dalla consapevolezza per la quale, ogni edificio, in quanto organismo complesso costituito da materia, racchiude in sé informazioni utili e preziose per la sua stessa conoscenza.

Da evidenziare un concetto molto noto nell’ambito del Restauro che richiama la seguente citazione: “l’origine e le stratificazioni degli interventi succedutosi nel tempo sono traccia della memoria”.

Pertanto, è fondamentale indagare con idonei strumenti per far emergere oggettivamente le caratteristiche peculiari di un bene, che identificano il valore architettonico e culturale intrinseco.

La diagnostica in quanto potente strumento di analisi, attraverso un esame obiettivo potrà fornire un notevole contributo alla conoscenza del costruito.

La progettazione architettonica – proprio perché attività complessa – soprattutto quando ha per oggetto il costruito di pregio, necessita di diverse e specifiche competenze, che dovranno essere necessariamente svolte in forma interdisciplinare. L’attività di diagnostica (purché praticata correttamente) potrà perciò costituire un utile strumento di analisi per definire tale percorso, potendo fornire l’input fondamentale per sviluppare e “indirizzare” ogni progetto d’intervento sul costruito.

Il superamento o la mancata realizzazione della fase preliminare del processo progettuale di certo non garantirà il buon esito della sua stessa realizzazione. In tal caso, l’esempio trattato evidenzia le debolezze del progetto di restauro assolutamente carente di analisi che, ha determinato inevitabili errori per il recupero e la conservazione del bene.

Da sottolineare perciò che, per poter svolgere in modo ordinato e corretto un percorso di conoscenza è necessario mettere in atto un modello procedurale ben strutturato che includa anche un sistema di analisi in grado di garantire in ogni fase l’espletamento delle attività tecniche. Tali attività dovranno essere capaci di far emergere tutte le caratteristiche peculiari dell’opera e il suo stato fisico di conservazione.

A tale scopo, l’attività diagnostica preliminare consentirà di acquisire diverse informazioni utili per definire oggettivamente lo stato di conservazione di un bene, e di individuare eventuali patologie di degrado che si dovranno affrontare e risolvere, per non compromettere la durata e la conservazione. Pertanto, la conoscenza diretta di un bene assume una valenza imprescindibile soprattutto quando la conservazione ha come obiettivo primario il mantenimento dell’identità dell’opera nel tempo.

Le indagini N. D. proprio per il loro carattere di non invasività, ben si prestano nei casi in cui non è possibile indagare con altri metodi o tecniche di tipo distruttivo.

Nel caso in esame, l’applicazione di una innovativa procedura di analisi (pensata ad hoc) ad un caso studio reale è stata condivisa come sperimentazione di un “percorso” di analisi completo (“guidato”) finalizzato alla conoscenza di un bene di valore culturale riconosciuto. Il percorso seguito basato sulla ricerca storica e sugli aspetti culturali, geometrici e di relazione territoriale che, correlati all’analisi strumentale del degrado, hanno reso possibili risultati utili ai fini della conoscenza del bene esaminato. Il risultato ottenuto potrà divenire un utile supporto per la definizione degli interventi di risanamento dopo il recente intervento di restauro.

L’esperienza (anche con aspetti critici) ha consistito nell’applicazione di un innovativo approccio metodologico che ha utilizzato strumenti di analisi diretti e indiretti. La metodologia adottata in tale caso vuole essere anche un esempio della pratica professionale che contestualmente tenta di riportare alla luce peculiarità e problematiche del bene, purtroppo poco noti al precedente progetto di restauro.

Allo stesso tempo è stata anche occasione per nuove riflessioni sull’approccio metodologico da adottare finalizzato alla conoscenza del costruito, richiamando l’attenzione e la sensibilità dei professionisti seri e scrupolosi al tema della diagnostica applicata e del suo corretto uso.

Il sistema d’indagine applicato al caso studio della “Cappella San Rocco” integrato all’interno del “progetto logico del rilievo” (PLR) rappresenta un esempio concreto sperimentale fondato su un metodo di analisi dell’Architettura. La procedura applicata al caso ha avuto anche l’obiettivo di offrire una riflessione ed uno spunto sulle potenzialità della stessa per garantire un percorso “guidato” ben definito.

Tale sperimentazione ha consentito di introdurre un nuovo “tassello” al Progetto logico del rilievo, strumento ideato e sviluppato in ambito accademico sotto la direzione della Prof. A. Marotta, docente ordinario della Facoltà di Architettura – dipartimento DAD - Politecnico di Torino. Il percorso sperimentale si è avvalso anche del prezioso contributo dell’Arch. M. Volinia – Responsabile del Laboratorio di Restauro della facoltà di Architettura – dipartimento DAD - Politecnico di Torino.

Il testo pubblicato è suddiviso in quattro parti e riporta la prefazione della Prof. A. Marotta.
La prima parte tratta il tema della Diagnostica applicata al settore edile e del Restauro, in cui particolare attenzione è rivolta alla tecnica d’indagine TERMOGRAFICA. La seconda parte riporta la descrizione e l’applicazione del metodo del PLR al caso studio, come percorso di conoscenza indiretta. La terza parte descrive la sperimentazione del sistema d’indagine applicato; la quarta parte trae le conclusioni sui risultati ottenuti e descrive le ipotesi per un nuovo intervento di recupero e la relativa quantificazione dei costi.


Il tema trattato ha rappresentato anche una importante occasione per affrontare un tema complesso, per migliorare le capacità professionali e sviluppare competenze che derivano anche da un ambito scientifico.